Il miracolo della fede nell’arte!

Mimmo Domenico Di Caterino
3 min readFeb 8, 2025

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“Insopportabile, nella bocca di una religiosa, sentire parole di durezza e di odio.

Ne ho sentite, purtroppo, ed è per questo che vi metto in guardia perché Gesù ha detto: se amate quelli che amano, che merito avete?”

Magdeleine di Gesù, Gesù per le strade 1936–49, Piemme, 2000.

Nella Basilica di San Lorenzo Maggiore a Napoli c’è un piccolo dipinto che da sempre ha su di me una forza irresistibile, si trova nella grande Capella dell’Immacolata, lo si trova in un elagante ciborio ornato di pietre preziose.

Il dipinto è attribuito da alcuni a Colantonio Del Fiore, da altri ad un certo Maestro Simone, per quello che mi riguarda quoto l’attribuzione al Colantonio, ma perché quest’icona m’ossessiona?

Perché miracolosa, perché è sempre stata dove si trova ed ha una sinergia radiante e luminosa con lo spazio che occupa, la sua narrazione è stata tramandata da alcuni studiosi e da stampe devozionali che raccontano (con tanto di piantina) l’accaduto:

“Nell’anno 1577 tre ladri rubarono di notte alcuni vasi d’argento in detta Cappella ed avendo tra loro divisi, uno di loro volle giocarsi la sua porzione alle carte sull’altare ed avendola perduta, entrò in tanta disperazione che barbaramente diede mano ad un pugnale e tirò un colpo alla sacra immagine, e nel tempo stesso si videro due miracoli.

Il primo fe’ uscire dalla ferita vivo sangue, il secondo l’immagine dell’Ecce homo che teneva le braccia incrociate sul petto, spiccò la destra e la fe’ riparare il sangue che usciva, come al presente si vede.

Il ladro convinto dalli stessi miracoli lasciò la vita su le forche.”

Stessa attribuzione contesa per un’altra opera miracolosa, che anche in questo caso assegnerei al Colantonio (1420–60), quella di Sant’Antonio da Padova, in questo caso nel 1623 si stanò una banda di spacciatori e coniatori di monete false, banda che vedeva conniventi nobili e popolani, dopo un processo popolare vennero tutti condannati, anche un giovane padre di famiglia innocente.

Il viceré Antonio Alvarez Toledo, negò la grazia a tutti, e vietò a chiunque l’accesso al palazzo per invocarlo.

La moglie del giovane innocente, consegnò una memoria difensiva scritta con l’aiuto di un avvocato, che depose ai piedi del quadro: il giorno successivo la memoria venne firmata e il marito sciolto da ogni accusa.

La memoria venne consegnata al Viceré da un frate giovane, bello e di vasta cultura che gli rappresentò l’innocenza del giovane, il Viceré si recò personalmente a San Lorenzo per scoprire chi fosse il frate ritrovandolo nel quadro.

Sant’Antonio l’aveva visitato passando tra le guardie a porte chiuse.

Secondo la tradizione il viso di Sant’Antonio venne dipinto a Padova, le moderne tecniche 3D dimostrerebbero che la ricostruzione del volto del Santo corrisponderebbe al dipinto.

Questa tensione vorrei oggi esplicitare come operatore di fede nel linguaggio simbolico dell’arte:

Colantonio Del Fiore ha dimostrato che è possibile rendere un’opera d’arte ponte e connettore di fede, oltre la riduttiva percezione tecnico pratica del fare l’ artista professionista.

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Mimmo Domenico Di Caterino
Mimmo Domenico Di Caterino

Written by Mimmo Domenico Di Caterino

Domenico Di Caterino è artista contemporaneo, noto per l'approccio eclettico e la sua ricerca stilistica fusione di tradizione e innovazione.

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